Faq - Domande frequenti

Consulta le risposte alle domande che ci vengono poste più frequentemente. Probabilmente potrai trovare velocemente la soluzione al tuo quesito.

  1. Rimuovere dal piano fuoco la cenere in eccesso;
  2. Aprire il registro aria primaria e secondaria al massimo, aprire completamente il registro fumi se il focolare è un caminetto prefabbricato o monoblocco;
  3. Per un’accensione a basse emissioni: preparare 3-4 ciocchi di legna secca con una sezione trasversale di circa 5 x 5 cm ed una lunghezza di circa 20 cm che saranno posti sulla base del focolare; 6-8 pezzetti con sezione trasversale di circa. 2x2 ed una lunghezza circa. 15 cm da porre “a castello” sui ciocchi più grandi; l’apposito preparato per facilitare l’accensione (stoppino di truciolo o diavolina), fiammiferi;
  4. Stratificare i ciocchi perpendicolarmente e ad una certa distanza l’uno dall’altro disponendo in basso i ciocchi più grossi e in alto i più fini;
  5. Porre l’accenditore al centro del castello in corrispondenza del penultimo piano di legna;
  6. Accendere con il fiammifero;
  7. Lasciare che il fuoco si sviluppi, e solo quando le fiamme si saranno smorzate e avranno formato un letto di braci caricare nuovamente il prodotto in modo normale e regolare il registro fumi o i registri dell’aria comburente come indicato nel manuale del prodotto. Non usare mai benzina, kerosene, alcool, o altri liquidi simili per accendere il fuoco.

Quando si è formato un letto sufficiente di braci, procedere con una nuova carica di combustibile:

  • assicurarsi che eventuali registri o valvole di regolazione dei fumi, presenti nel prodotto o nell’impianto, siano aperte;
  • aprire la porta lentamente per evitare fuoriuscita di fumo nell’ambiente e se necessario sistemare le braci;
  • posizionare sopra le braci nuovi ceppi di legna con la maggior superficie possibile, preferibilmente priva di corteccia, a contatto con le braci;
  • richiudere la porta ed aumentare l’afflusso di aria comburente per il tempo necessario a ravvivare la fiamma;
  • se necessario, regolare gli eventuali registri o valvole di regolazione dei fumi, presenti nel prodotto o nell’impianto.

È vivamente raccomandato di non usare mai benzina, kerosene, alcool, o altri liquidi simili per ravvivare il fuoco.

Le caratteristiche e la qualità della legna influenzano notevolmente l’autonomia, il rendimento, le emissioni in atmosfera ed il corretto funzionamento del prodotto. Bruciare legna troppo umida:

  • fa sprecare gran parte delle calorie per l’evaporazione dell’acqua in essa contenuta;
  • compromette la buona resa;
  • aumenta il consumo di combustibile e diminuisce il rendimento;
  • non garantisce il normale funzionamento dell’apparecchio;
  • sporca notevolmente il vetro;
  • incrosta notevolmente le pareti della camera di combustione e dell’impianto di scarico fumi.

Sono considerati idonei i legnami della famiglia delle latifoglie forti come ad esempio faggio, carpino, quercia, robinia, frassino, betulla, acero, olmo. Sono preferibili i legnami poco resinosi e di tipo consistente, con legno duro e pesante perché forniscono al focolare una fiamma sostenuta e persistente. Possono essere sconsigliati i legnami della famiglia delle conifere, il salice, il pioppo, ontano. Hanno la caratteristica di essere resinosi e creano tendenzialmente più fuliggine, poca brace, scoppiettii e richiedono una pulizia più frequente dell’apparecchio e dell’impianto di scarico fumi. Inoltre sono costituiti da un legno tenero e leggero che fornisce al focolare una fiamma vivace ma di breve durata, con un consumo di legna superiore a parità di potenza.

 

Non usare mai legna umida, scarti (immondizie), carta straccia, legno compensato o truciolato, i pannelli fibrosi, gli imballaggi, legno verniciato o legni impiallacciati con materiale sintetico, laminati plastici, cartone, cartoni del latte.
È vietato utilizzare combustibili liquidi di qualsiasi genere. Tutti questi materiali o loro simili possono essere pericolosi, danneggiare il focolare e la canna fumaria e inquinare l’ambiente.

Si consiglia di usare legna ben stagionata e secca, con umidità inferiore al 20%.
La legna appena tagliata possiede un potere energetico inferiore del 50% rispetto a quella secca.
Per ottenere legna pronta da ardere è necessario che questa venga asciugata all’aperto ed al riparo dalle precipitazioni atmosferiche, almeno 2 anni dopo il taglio.
Come si vede dalla tabella sottostante, all’aumentare dell’umidità diminuisce il potere calorifico.

Tabella dei valori umidità legna per le stufe

Utilizzando pellet non idoneo possono verificarsi alcune problematiche, quali:

  • intasamento precoce del braciere e dei condotti di evacuazione fumi;
  • un aumento del consumo di combustibile e una diminuzione del rendimento;
  • la tendenza a sporcare notevolmente il vetro in brevissimo tempo;
  • la produzione di granuli incombusti e cenere pesante.

Sul mercato sono reperibili svariate tipologie di pellet con qualità e caratteristiche che cambiano a seconda della lavorazione e del tipo di essenze di legno impiegate.
Poiché le caratteristiche e la qualità del pellet influenzano notevolmente l’autonomia, il rendimento e il corretto funzionamento del prodotto, si consiglia di usare pellet di qualità.
Ai fini di garantire un funzionamento efficiente del prodotto, Piazzetta ha testato e programmato i propri prodotti con pellet avente le seguenti caratteristiche:

tabella caratteristiche umidità del pellet

 

È fondamentale che la legna venga posizionata e stoccata in ambienti ventilati e privi di umidità. Vanno benissimo tettoie esterne, garage o anche cantine, purché ventilate. Considerando che l’esposizione al sole ne favorisce l’essicazione è preferibile posizionare la legna all’aperto, possibilmente a sud dell’abitazione. Non servono grandi metrature, possono essere sufficienti anche 4 metri quadrati.
È bene formare la pila di legna iniziando con i ciocchi più grossi e robusti, procedendo verso l’alto con una altezza massima che, per ragioni pratiche, non dovrebbe superare il metro e mezzo.
Quando la legna è all’aperto può essere un buon suggerimento quello di coprire la pila con un telo di nylon, facendo attenzione però a lasciare liberi i lati in modo da favorire passaggi di aria. Come ultima cosa, se possibile è bene evitare di appoggiare la legna direttamente sul pavimento o sul terreno, è bene appoggiare la pila ad un bancale di legno o magari su vecchie travi al dine di ottenere una migliore stagionatura e un maggior passaggio d’aria.

Quando il pellet viene stoccato in modo improprio, rischia di diventare umido, e l’umidità costituisce di fatto il principale fattore di rischio per danneggiarne la qualità. È fondamentale quindi scegliere un ambiente ventilato, asciutto e ben riparato.
Normalmente il pellet viene venduto in sacchi di materiale plastico termosaldato, quindi potete stoccarlo nel vostro garage, nel box auto, o anche in uno sgabuzzino purché privo di problemi di muffa o di eccessiva umidità. Alcuni consigli utili possono essere di non appoggiare i sacchi di pellet direttamente a terra, e se possibile utilizzare dei bancali di legno per creare un rialzo. Un’altra accortezza è quella di non appoggiare i sacchi direttamente al muro, ma di lasciare sempre almeno un paio di centimetri di aria.

La canna fumaria, o sistema di evacuazione dei fumi, è quel sistema che espelle all’esterno dell’abitazione i fumi generati dalla combustione. È composto da tre parti: il raccordo o canale da fumo (condotto o elemento di collegamento tra la stufa - o caminetto - e canna fumaria); il camino o canna fumaria (è la parte verticale); il comignolo che costituisce la parte terminale della canna fumaria.

Prima di procedere all’installazione di una stufa o un caminetto è sempre necessario verificare la fattibilità – compatibilità dell’impianto esistente – e la presenza di eventuali limitazioni burocratiche. L’installatore dovrà quindi controllare l’idoneità del locale dove verrà installato l’impianto, la presenza di apparecchi già installati (anche se alimentati da combustibili diversi) per essere sicuro che l’installazione sia ammessa. Inoltre è il caso di verificare che la posizione dell’apparecchio nel locale di installazione favorisca le fondamentali operazioni di caricamento del combustibile, manutenzione e la pulizia delle ceneri. È fondamentale anche l’idoneità del sistema di evacuazione dei fumi, se già esistente, e valutare l’eventuale necessita di intubamento per il risanamento delle canne fumarie o per il recupero dello stesso. Per quanto riguarda i prodotti impiegati per la costruzione del sistema di evacuazione fumi, serve la designazione specifica compatibile con le caratteristiche della stufa o del caminetto che andrà installato. Ricordiamo che la normativa prevede che ad installazione eseguita, l’installatore rilasci la dichiarazione di conformità dell’impianto fornita di libretto d’uso e manutenzione della stufa o del caminetto, fotocopia o fotografia stampata della placca camino e il libretto di impianto.
Per quanto riguarda la periodicità delle operazioni di manutenzione dell’impianto di riscaldamento, la normativa UNI 10683 indica che: “la manutenzione dell’impianto di riscaldamento deve essere eseguita con periodicità regolare e secondo il libretto di uso e manutenzione della tua stufa o del tuo caminetto, nonché nel rispetto delle prescrizioni di legge e/o regolamenti locali.” Per la pulizia del canale da fumo e del camino, la pulizia dalla fuliggine deve essere effettuata in conformità a quanto indicato dalla normativa UNI 10847
È preferibile farlo nel periodo estivo, quando la stufa o il caminetto non vengono utilizzati. È fondamentale però organizzarsi per tempo contattando il tecnico fumista o lo spazzacamino già dalla fine dell’inverno o ad inizio primavera.
La coibentazione dei condotti fumari è necessaria in quanto evita repentini abbassamenti di temperatura dei fumi, favorendone quindi l’espulsione. La maggior parte dei tubi per canna fumaria oggi in circolazione è già adeguatamente coibentata.

Con i prodotti a legna, quando il tiraggio è eccessivo a causa di una canna fumaria sovradimensionata, il funzionamento è caratterizzato da fiamme molto alte e vivaci, e da una combustione veloce che tende a consumare i carichi di legna in breve tempo. Ovviamente, il modo migliore per risolvere la situazione è quello di mettere la canna fumaria a norma e dimensionarla come previsto da libretto di istruzioni della stufa o del caminetto, ma questo non sempre è possibile. Fortunatamente esistono dei rimedi che riescono a risolvere in gran parte la situazione:

  • se l’impianto è dotato di un raccordo con registro fumi è possibile chiuderlo completamente o parzializzarlo al fine di rallentare la combustione
  • è possibile inoltre intervenire sui registri di aria primaria e secondaria per diminuire l’apporto di aria comburente all’interno del focolare.

Come previsto da normativa UNI 10683: “non sono ammesse canne fumarie collettive né il convogliamento nel medesimo camino o canale da fumo di scarichi di cappe sovrastanti apparecchi di cottura di alcun genere né scarichi provenienti da altri generatori”.
Tuttavia, è ammessa la realizzazione di un sistema composto da caminetto e forno di cottura con un unico punto di scarico verso il camino, per il quale il fabbricante deve fornire le caratteristiche costruttive del raccordo dei canali da fumo.

È obbligatorio e previsto da normativa UNI 10683 che ogni stufa o caminetto siano opportunamente collegati ad un sistema di evacuazione fumi idoneo ad assicurare una adeguata dispersione in atmosfera dei prodotti della combustione.
Lo scarico dei prodotti della combustione deve avvenire a tetto. È vietato lo scarico diretto a parete o verso spazi chiusi anche a cielo libero. I componenti dei sistemi per l’evacuazione dei prodotti della combustione devono essere idonei alle specifiche condizioni di funzionamento e in conformità alle norme di prodotto pertinenti. Rif. Normativa UNI 10683

Si, la presa d’aria esterna è obbligatoria e serve a garantire un regolare funzionamento della stufa o del camino, deve poter disporre dell’aria necessaria alla combustione mediante presa d’aria esterna.

La presa d’aria deve:

  • avere una sezione libera totale di dimensioni pari o superiore al dato riportato al paragrafo “DATI TECNICI”;
  • deve essere protetta con una griglia o idonea protezione, purché non si riduca la sezione minima prevista;
  • deve essere posizionata in modo tale da non essere ostruita.

È importante che il locale adiacente, dal quale viene prelevata l’aria, non venga messo in depressione rispetto all’ambiente esterno per effetto del tiraggio contrario provocato dalla presenza in tale locale di altro apparecchio di utilizzazione o di dispositivo di aspirazione.

L’afflusso d’aria necessaria per il focolare si può ottenere in diversi modi:

  • tramite una presa d’aria diretta all’ambiente di installazione (si consiglia di posizionare la presa d’aria dietro il focolare in modo che l’aria possa riscaldarsi prima di fluire nell’ambiente attraverso la griglia di cappa;
  • con una canalizzazione tramite dei tubi diretti all’ambiente di installazione, maggiorando la sezione minima libera indicata di almeno il 15%;
  • da un locale adiacente a quello d’installazione purché tale flusso possa avvenire liberamente attraverso aperture permanenti comunicanti con l’esterno

Si, è possibile collegare a presa d’aria esterna direttamente al camino o alla stufa con una canalizzazione tramite tubi flessibili. I prodotti ermetici hanno già la predisposizione, per gli altri è sufficiente richiedere l’apposito kit di collegamento alla presa d’aria esterna.
Con le stufe a legna ermetiche, inoltre, non viene utilizzato e consumato l’ossigeno dell’ambiente per la combustione. L’aria viene prelevata direttamente dall’esterno e non si rendono più necessarie griglie o bocchette di aerazione tradizionali che creano passaggi di aria fredda in ambiente.
Oggi puoi collegare direttamente la presa d’aria esterna alla stufa attraverso una tubazione di ridotte dimensioni: in questo modo aumenta l’efficienza della combustione e vengono eliminati gli inevitabili spifferi. Le stufe a legna ermetiche sono adatte per qualsiasi tipologia di ambiente e soluzione ideale nelle case passive nelle quali non è possibile creare aperture o prese d’aria tradizionali verso l’esterno.

È vietato prelevare l’aria comburente da locali adiacenti adibiti ad autorimessa, magazzino di materiale combustibile, ad attività con pericolo d’incendio.

I rivestimenti in Maiolica costituiscono dei veri e propri elementi di pregio che impreziosiscono ogni ambiente con la loro particolare eleganza. È importante però prendersene cura in modo adeguato e utilizzare il prodotto più adatto a mantenerli al meglio, come gli appositi detergenti per maioliche e materiali ceramici.
Di solito per pulire i rivestimenti è sufficiente:

  • rimuovere la polvere dal rivestimento utilizzando un panno soffice e asciutto
  • versare del detergente puro ed estenderlo direttamente sulle maioliche
  • aspettare qualche minuto che si asciughi completamente
  • rimuovere il detergente con un panno morbido e inumidito con acqua
  • asciugare il rivestimento con un panno asciutto

N.B. Se non sai quale detergente acquistare puoi rivolgerti al rivenditore Piazzetta più vicino il quale ti suggerirà il prodotto più idoneo.

Tale effetto costituisce una caratteristica propria delle maioliche destinate a rivestire corpi riscaldanti: l’effetto “ragnatela” visibile in alcuni punti del rivestimento in Maiolica (soprattutto nei punti in cui si raggiungono le temperature più alte), è il classico effetto definito craquelé. Le cavillature si verificano per il differente coefficiente di dilatazione tra il biscotto interno (substrato) e lo smalto esterno: con il calore sviluppato durante l'utilizzo, il biscotto interno si dilata e produce quelle micro fratture che producono la cosiddetta “ragnatela”. Si tratta quindi di una caratteristica propria della Maiolica che contribuisce a rendere unico ogni rivestimento, impreziosendone l’aspetto.

Non è possibile riverniciare i rivestimenti in Maiolica con altri colori. La verniciatura dei pannelli in Maiolica costituisce l’ultimo passo del processo produttivo della Maiolica: una volta prodotto il “biscotto”, ovvero il pannello ceramico ancora grezzo, lo smalto viene applicato sulla sua superficie tramite aerografo. L’applicazione dello smalto è una operazione molto delicata in quanto è necessario applicare la stessa quantità di smalto su tutta la superficie visibile del pezzo.
Ci sono smalti che prevedono un solo passaggio cioè l’applicazione di un solo smalto altri che prevedono l’applicazione di due tipi di smalto e in certi casi arriviamo anche a tre applicazioni.
Una volta che i pezzi sono smaltati devono essere cotti nuovamente all’interno degli appositi forni, per permettere la fusione dello smalto. Attraverso la cottura ad alte temperature lo smalto si aggrappa uniformemente al pannello di Maiolica.

Eccessiva umidità o un tempo di non utilizzo prolungato possono portare alla formazione di ruggine su alcune parti non verniciate interne al prodotto o all’interno del focolare.
Questo è un fenomeno naturale che non compromette l’efficienza e la durata del prodotto e non è da considerarsi un difetto. Se si tratta dei deflettori interni come lo schienale o i laterali, per rimuovere ruggine o tracce di ossidazione è sufficiente rimuoverli e carteggiarne la superficie con della carta vetrata fine o con una spazzola d’acciaio. Dopo la carteggiatura è importante utilizzare l’apposita vernice spray resistente ad alte temperature per proteggere le superfici interne.

Le operazioni di manutenzione programmata devono essere effettuate almeno una volta all’anno, e comunque prima della messa in funzione dell’apparecchio dopo un lungo periodo di inattività. Per prenotare la manutenzione straordinaria è sempre preferibile contattare i tecnici a fine inverno o nel periodo primaverile.

La manutenzione programmata devono essere effettuate almeno una volta all’anno, e comunque prima della messa in funzione dell’apparecchio dopo un lungo periodo di inattività.
Le operazioni di manutenzione sono obbligatorie e necessarie per garantire la sicurezza, un corretto ed efficace funzionamento dell’apparecchio e della sua durata nel tempo.
Se tali operazioni non vengono effettuate con la frequenza prescritta si potrebbero verificare malfunzionamenti e/o un decadimento fisico e prestazionale.

Il metodo più economico per pulire il vetro è di farlo con la cenere prodotta dalla combustione: ti sarà sufficiente inumidire della carta assorbente e intingerla sulla cenere creando uno strato sottile; strofinare la carta sul vetro fino a rimuovere completamente i residui; risciacquare il vetro e asciugarlo con altra carta o un panno pulito.
Con l’ammoniaca: riempi uno spruzzatore con una soluzione di acqua e ammoniaca in parti uguali. Spruzza il contenuto nella parte interna del vetro, lascia agire per qualche secondo e pulisci con la carta assorbente o un panno morbido.
Con appositi detergenti: è sufficiente spruzzare il prodotto e lasciare agire qualche secondo (o qualche minuto in caso di incrostazioni particolarmente resistenti) e passare con un panno asciutto prestando attenzione a non lasciare aloni.

Dipende dallo stato di usura, normalmente i centri di assistenza verificano lo stato delle guarnizioni in occasione delle manutenzioni straordinarie, e se necessario le sostituiscono. In via generica è opportuno sostituire il cordone di tenuta della porta nel momento in cui inizia a deteriorarsi. Una guarnizione rovinata non garantisce una opportuna tenuta e comporta un maggior afflusso d’aria all’interno della camera di combustione. Dei segnali che possono far pensare ad una guarnizione da sostituire potrebbero essere un aumento del consumo di combustibile - legna o del pellet - e una fiamma tendenzialmente irregolare.
Diversamente dalla pulizia ordinaria, la manutenzione straordinaria della stufa a pellet e a legna è obbligatoria e prevista da normativa UNI 10683. Deve essere eseguita da un tecnico abilitato ed è preferibile svolgerla alla fine della stagione invernale, quando il sistema di riscaldamento può rimanere spento. La manutenzione straordinaria prevede alcune operazioni fondamentali come: la pulizia della canna fumaria, verifica della presa d’aria esterna e del condotto d’aria comburente, la verifica della tenuta delle guarnizioni, un controllo dei parametri, l’asportazione di tutti i residui dalle parti interne della stufa, il controllo dell’emissione fumi e il controllo della componentistica elettromeccanica. Dopo aver effettuato la manutenzione il centro di assistenza dovrà rilasciare un rapporto di controllo e manutenzione come previsto da normativa UNI 10683.

Quando si trova della polvere scura sui mobili è molto probabile che il bidoncino aspiracenere o il relativo aspirapolvere abbiano delle perdite: è consigliato verificare lo stato dei filtri e la tenuta ermetica dei loro componenti.
Le stufe a pellet funzionano per depressione in quanto un ventilatore elettrico aspira i fumi e i residui post combustione: questo significa che non possono esserci delle perdite o delle fuoriuscite di cenere durante il funzionamento. Nei casi in cui il ventilatore dei fumi dovesse avere qualche problema la stufa si bloccherebbe all’istante e sul telecomando comparirebbe un segnale di sicurezza.

Telecomando con sportellino: aprire lo sportellino e premere contemporaneamente il tasto SET e OPT (tasti 10 e 12), selezionare con il tasto selezione menu (tasto 10) una delle otto unità di trasmissione (0-1-2-3-4-5-6-7). Quando le stufe escono di fabbrica sono tarate di default sulla frequenza 0. Scollegare il cavo di alimentazione ed entro 5 secondi premere il tasto ON/OFF mantenendolo premuto per circa 3-4 secondi. Un “bip” acustico segnala l’avvenuto cambio di frequenza.
Telecomando senza sportellino: premere contemporaneamente i tasti OK e ON/OFF per 5 secondi, quando appare la dicitura MENU RADIO ID premere la freccetta verso il basso e comparirà la dicitura NUOVA. Premere OK e con le freccette scegliere una nuova unità di trasmissione. Scollegare per qualche secondo e poi ricollegare il cavo di alimentazione e concludere premendo il tasto OK.

NB: se con valori tra 0 e 31 il problema persiste, provare ad impostare valori superiori al 32.

I prodotti a pellet e a legna presentano caratteristiche distintive, ma tra i principali vantaggi che i prodotti a pellet garantiscono rispetto a quelli a legna vi sono:

  • la funzione CRONO, che permette di far accendere e spegnere il prodotto in modo automatico in base ad orari e giorni programmati, memorizzando fino a sei programmi differenti;
  • una costante alimentazione automatica della fiamma: il serbatoio garantirà al braciere l’esatto quantitativo di pellet in base alla potenza d’utilizzo. Con i prodotti a legna invece è necessario aprire lo sportello ogni ora circa per il caricamento di legna;
  • la possibilità di comandare la stufa o il camino tramite mobile attraverso l’APP Piazzetta.

Potrai avere la totale gestione direttamente dal tuo smartphone o tablet ovunque ti trovi.

A differenza della stufa a pellet classica, la stufa a pellet thermo viene collegata all’impianto di riscaldamento e può garantire anche la produzione dell’acqua calda a uso sanitario. Infatti, oltre ad irradiare calore direttamente all’ambiente, le stufe a pellet versione ACS possono produrre direttamente acqua calda ad uso sanitario. Le stufe a pellet thermo possono essere allacciate a differenti tipologie di impianto termoidraulico: termosifoni, termoconvettori, riscaldamento a pavimento, e può rappresentare sia un’alternativa alla caldaia sia un’integrazione dell’impianto tradizionale.
Come da normativa UNI 10683:2012 – paragrafo 6.3.2 - il locale di installazione non deve essere una camera da letto fatta eccezione per l’installazione stagna o di apparecchi a focolare chiuso con prelievo canalizzato dell’aria comburente dall’esterno. Inoltre non deve essere messo in depressione, rispetto all’ambiente esterno, per effetto del tiraggio contrario provocato dalla presenza nel locale di installazione di un ulteriore focolare o di un altro apparecchio con dispositivo di aspirazione (es. sistemi di aerazione forzata o altri sistemi di riscaldamento con l’utilizzo di ventilazione per il ricambio dell’aria).

Per capire quanti Kilowatt sono necessari per riscaldare 100 mq è necessario calcolare la potenza termica minima necessaria. Il valore viene espresso in Kilowatt e si ottiene da una formula matematica che considera i metri cubi da riscaldare e il coefficiente termico che indica le calorie (da trasformare in Kilowatt) necessarie per metro cubo. Questo coefficiente varia a seconda delle condizioni termiche dell’abitazione e del suo posizionamento geografico (nord, centro, sud).
Prendendo come esempio una superficie di 100 mq con soffitti di 2,70 m, in una zona non troppo fredda, il volume si ottiene moltiplicando la superficie per l’altezza: 100 m² x 2,70 m = 270 m³
Ora i metri cubi ottenuti vanno moltiplicati per il coefficiente termico, il valore che indica le calorie necessarie per riscaldare ogni metro cubo. Cambia a seconda delle condizioni termiche dell’abitazione e del suo posizionamento geografico. Nel nostro Paese, questo coefficiente varia da un minimo di 30 a un massimo di 40.
Seguendo il nostro esempio, prendiamo in considerazione un valore medio di 35 kcal/m². Per calcolare il fabbisogno termico in chilocalorie (kcal), va moltiplicato il volume per il coefficiente termico ipotizzato: 270 m³ x 35 kcal/m² = 9.450 kcal. Ora per trasformare le chilocalorie, in kilowatt, si divide il valore ottenuto per 860: 9.450/860 = 10,98 kW. Con questo dato sappiamo che per riscaldare quei 100 mq ipotizzati serviranno minimo 11 Kilowatt. Ricordiamo che per questi calcoli è opportuno affidarsi ad un termo-tecnico specializzato che dopo un accurato sopralluogo potrà fornirti il calcolo esatto.

Assolutamente sì, le stufe a pellet possono essere installate in qualsiasi tipologia di abitazione. L’importante è rispettare le indicazioni contenute nel libretto di installazione uso e manutenzione in merito alle caratteristiche dell’impianto: è fondamentale garantire una presa d’aria esterna di dimensioni adeguate e un idoneo sistema di evacuazione fumi. Come indicato nella normativa UNI 10683: non sono ammesse canne fumarie collettive né il convogliamento nel medesimo camino o canale da fumo di scarichi di cappe sovrastanti apparecchi di cottura di alcun genere né scarichi provenienti da altri generatori.
Tuttavia, è ammessa la realizzazione di un sistema composto da caminetto e forno di cottura con un unico punto di scarico verso il camino, per il quale il fabbricante deve fornire le caratteristiche costruttive del raccordo dei canali da fumo.

I prodotti a pellet hanno di serie la funzione crono che consente di far accendere e spegnere la tua stufa o il caminetto in modo automatico in base ad orari e giorni prestabiliti. Questa funzione ti permette di memorizzare fino ad un massimo di sei programmi, ed un solo ciclo di funzionamento per programma.
Per ciclo di funzionamento si intende un periodo compreso tra un’ora di inizio e un’ora di sosta durante il quale viene fatto funzionare la stufa o il caminetto. Per ogni programma possono essere scelti i giorni in cui abilitarlo.

Il libretto di impianto, in vigore dal 15 ottobre 2015, è obbligatorio e serve a registrare tutti gli impianti di climatizzazione e riscaldamento, stufe, caldaie, climatizzatori e pompe di calore. Rispetto a quanto previsto dal D.P.R. 74/13 prevede che, oltre alla registrazione di tutti gli impianti di riscaldamento e climatizzazione, venga effettuata anche una diagnosi completa volta a verificarne sicurezza e salubrità.
Va predisposto e compilato quando si installa un nuovo impianto termico oppure in occasione del primo intervento di controllo e manutenzione svolto da personale abilitato. Il libretto andrebbe compilato dal responsabile dell’impianto che normalmente corrisponde con il proprietario di casa il quale, dovrebbe provvedere in maniera autonoma a compilare il proprio libretto di impianto. Per facilitare le cose è sufficiente richiederlo al manutentore in occasione del prossimo controllo – o manutenzione - al generatore di calore il quale provvederà anche alla compilazione.
La periodicità della manutenzione per l'efficienza rimarrà a discrezione delle singole Regioni e potrebbe variare dai due ai quattro anni. Il libretto quindi è unico – non uno per prodotto o generatore di calore - e comprende diverse schede che andranno debitamente compilate in relazione al tipo di impianto.